Palermo saluta suo "figlio" Totò Schillaci, in migliaia ai funerali (VIDEO)

Scritto il 20/09/2024
da Giuseppe Marinaro

AGI - "Ciao Totò figlio di Palermo", "per sempre nel cuore". Così recitava uno striscione nel sagrato della cattedrale dove sono stati celebrati i funerali di Totò Schillaci nella cattedrale di Palermo. Per l'ultimo saluto al 'ragazzo del Cep', il bomber di Juve, Inter e Nazionale, sono arrivati migliaia di palermitani. Il carro funebre è arrivato nell'abbraccio della città.

Un grande applauso ha accolto il feretro del campione morto a 59 anni. La bara è stata accompagnata dalla famiglia e da migliaia di palermitani.

Su un lato una foto che riproduce l'azzurro con la maglia della Nazionale e l'ultimo Schillaci. Sopra le sciarpe e i gagliardetti di Messina, Juventus, della curva nord del Palermo, la maglia numero 19 della Nazionale e Palermo. 

L'applauso infinito di Palermo, cori da stadio all'uscita del feretro dalla cattedrale

'Cori da stadio' alla cattedrale di Palermo, sul sagrato al termine dei funerali. Una grande bandiera del Palermo ha sventolato durante tutto il rito e poi all'uscita del feretro, mentre tanti gridavano il suo nome, "Totò Schillaci" e "Uno di noi", "Per sempre nel cuore". Un applauso infinito ha dato l'addio a questo "Figlio di Palermo", come era scritto sul maxi striscione". 

Il vescovo, come Puglisi ha tolto i ragazzi dalla strada

"Totò come don Pino Puglisi ci dice 'e se qualcuno fa qualcosa' questa città la possiamo cambiare e Palermo la dobbiamo cambiare. Io dico grazie a Totoò Schillaci perché, lui ragazzo semplice, ha voluto dedicarsi ai nostri ragazzi. È andato in strada, è stato con loro, li ha tolti dalla strada per provare a dargli un futuro. Lo ringraziamo tutti", ha detto l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice a conclusione dei funerali. 

L'omelia, ora convocato nella squadra del Paradiso

"Sinora, caro Totò avevi giocato soltanto il primo tempo della tua vita, breve, quasi da tempi supplementari, di 59 anni. E se è vero che non hai segnato il gol della vittoria su questa terra per liberarti dalla malattia, nel secondo tempo, che è durato un istante, quello della morte, nel fischio finale, come deve essere per ogni credente, lì hai giocato la partita più bella tua vita, hai fatto il passaggio più bello della tua vita, un passaggio non con giocatori altrettanto bravi come te, ma con il numero 1, Gesù, e hai realizzato il passaggio alla vita eterna e ti sei ritrovato davanti ad una porta, ma non come quella di un campo di calcio di serie A, ma ti sei trovato davanti una porta senza traversa, una porta senza pali, una porta senza rete, ti sei ritrovato davanti la Porta della misericordia, la porta dell'amore, la porta della bontà del Padre che, da vero arbitro giusto e inappellabile, ti ha convocato per la partita del cuore, per la partita che non avrà mai fine, che ti ha fatto entrare nella squadra più bella del mondo, che si chiama Paradiso", ha detto nell'omelia il parroco della cattedrale di Palermo, Filippo Sarullo. "Sarai sempre con noi, nelle nostre strade, nelle strade del tuo quartiere, il Cep, che mai hai dimenticato, nei nostri stadi. Grazie amico e fratello di tutti", ha concluso.